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Da p. Quirico, che si trova in Italia per un grave lutto familiare, riceviamo un articolo del PIME di Roma con la deprecabile notizia già riportata da giornali e televisione.
Bangladesh: missionario italiano del PIME ferito in un attacco armato
Ieri mattina (18 novembre 2015), padre Piero Parolari, missionario e medico del PIME in Bangladesh, è stato gravemente ferito a Dinajpur, circa 350 km dalla capitale Dhaka. Il religioso che ha 64 anni, opera nella città di Dinajpur, nel nord del Paese, dal 1984.
Stava andando, in bicicletta, verso il Medical College di Dinajpur per trovare un malato e per alcuni esami clinici. La dinamica dell’incidente non è chiara. A colpire pare sia stato il passeggero di una motocicletta che lo aveva affiancato. La caduta dalla bicicletta per padre Piero che viaggiava spedito è stata rovinosa.
Soccorso dalla gente, è stato portato al Medical College da un tassista di triciclo elettrico. I confratelli, avvertiti, lo hanno raggiunto in ospedale. Padre Piero dava segno di essere cosciente e capire. Sommariamente medicato in sala operatoria, gli è stata poi effettuata una TAC, trovando lesioni ossee facciali. Dopo lunghe consultazioni fra medici, il Vescovo e alcuni confratelli, il primario ha deciso di dimetterlo per farlo trasportare a Dhaka.
Un intervento dell’Ambasciata italiana e dellaNunziatura ha reso più spedito il reperimento di un elicottero dell’aviazione militare, per evitargli 8 o 9 ore di viaggio su strade piene di traffico e spesso sconnesse.
Nel pomeriggio, accompagnato dal regionale padre Michele Brambilla, è arrivato a Dhaka dove è stato ricoverato al “Combined Military Hospital”, uno dei migliori ospedali di Dhaka.
Dopo visite ed esami, i medici hanno trovato che aveva anche tre costole rotte e lo hanno dichiarato fuori pericolo. Ha molti dolori per i postumi della caduta ed è in cura con antibiotici per prevenire infezioni.
Questo attentato segue quelli del cooperante Italiano Tavella del cooperante giapponese. Ma l’ambasciatore italiano in Bangladesh, Mario Palma, ha detto di non credere alla ipotesi di una serie di attacchi organizzati dall'Isis, ma più al tentativo di seminare il caos in queste ore di attesa del verdetto contro due politici dell'opposizione accusati di crimini contro l'umanità.
Padre Franco Cagnasso dal Bangladesh assicura che tutti gli altri missionari stanno bene. Per Dinajpur, la polizia presidia giorno e notte il cancello di entrata della missione e ha detto loro che sono liberi di andare dove vogliono, ma devono essere accompagnati da un poliziotto. In alcune missioni i cristiani si sono offerti di fare loro stessi turni di protezione al missionario, notte e giorno, e di accompagnarlo quando deve visitare i villaggi.
La Direzione Generale del PIME, a nome di tutto l’Istituto, esprime vicinanza e solidarietà a padre Piero e alla sua famiglia.
Roma, 19 novembre 2015
Riceviamo ancora da p. Quirico
Oggetto: p. Piero Parolari
Da: Martinelli Quirico (martinelli.quirico@pime.org) 29/11/2015
A: tutti gli amici"<padrequirico@yahoo.it>
Carissimi,
grazie del messaggi e delle preghiere.
P. Piero e' partito questa sera per Roma: verra' ricoverato al Bambin Gesu'.
Era sulla sedia a rotelle, perche' non riesce ancora a camminare.
Era accompagnato nel viaggio da due medici venuti apposta dall'Italia: la sorella Giuliana del nostro p.Francesco, e un altro medico anestesista di Roma. Sta un po' meglio e parla abbastanza bene, ma non sanno di preciso se ci sono altre lesioni, oltre alle costole rotte e alla mandibola lesionata nella caduta.
Ci vorranno alcuni mesi di cure e diversi esami medici. C'era anche l'ambasciatore italiano e il segretario del nunzio vaticano per farlo entrare all'aeroporto direttamente.
Purtroppo ieri e' morto il suo papa' di 92 anni: non gli e' stato detto niente al riguardo, anche per lasciargli fare il viaggio tranquillo. Domani lunedi' ci sara' il funerale del papa' a Lecco, ma lui arrivera' a Roma e sara' ricoverato subito all'ospedale e quindi non vi potra' partecipare.
Si e' salvato per miracolo, perche' la pallottola e' entrata e uscita dal collo senza fare danni: se avesse leso solo qualche vaso sanguigno, prima di arrivare all'ospedale sarebbe morto.
Lui non si ricorda niente e non gli e' stato detto niente a riguardo dell'attentato: lui pensa ad un incidente.
Anche la polizia (forse per minimizzare il fatto) dice la stessa cosa (incidente) e anche sui reperti medici non c'e' scritto che e' stato colpito da una pallottola, ma la sorella del Francesco ci ha detto che si vede benissimo il foro di entrata e quello di uscita. Da parte nostra si e' preferito soprassedere e non dire niente.
La polizia continua a dire di essere prudenti e non andare in giro: ma non si puo' neanche vivere chiusi dentro.
Speriamo in un Avvento con un po' piu' di pace.
Un caro saluto e una preghiera di cuore. p.Quirico