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Crollo del Rana Plaza

Attività anno 2013

Il 3 Maggio u.s. abbiamo ricevuto una email da Padre Quirico in merito al fatto qui sotto riportato:

Il crollo del RANA PLAZA avvenuto il 24 Aprile, a 30 Km dalla capitale Dhaka, ha coinvolto nel dolore e nella preoccupazione anche tutti noi, perche' alcune delle nostre ragazze, provenienti dai villaggi della nostra zona, lavoravano in una delle ditte del palazzo crollato, la Phantom-Tac.
Questa ditta, originariamente della Spagna, ma ora in cooperazione con una ditta locale bengalese, cinque anni fa aveva iniziato la collaborazione con la nostra Novara Technical School, qui a Dinajpur, offrendo macchinari e pagando un istruttore, per aprire una sezione di maglieria nella nostra scuola.

In cinque anni, sono state una sessantina le ragazze che, dopo aver completato il corso di maglieria, hanno trovato lavoro nella zona di Dhaka, la capitale.
I rapporti della nostra scuola, la Novara Technical School, con la ditta Phantom-Tac, ora quasi completamente locale bengalese, sono stati sempre molto corretti e cordiali. Ancora oggi la ditta paga l'istruttore e le macchine di maglieria qui alla scuola, fornendo anche la stoffa e il materiale per l'insegnamento.

Quando le ragazze, dopo aver completato il corso, vanno a Dhaka per cercare lavoro, la ditta le ospita per due settimane gratuitamente, per un supplemento di istruzione pratica e poi le lascia libere se rimanere a lavorare nel suo stabilimento, oppure se andare in altre ditte della zona.

Infatti attualmente erano solo una decina le nostre ragazze che lavoravano in questa ditta: le altre si sono sparse nelle fabbriche della zona. Questa ditta aveva affittato il 4° e il 5° piano del palazzo crollato. Purtroppo di cinque delle ragazze della nostra scuola: Perpetua, Sikha, Sefali, Fojila e Mosuma (tre cristiane e due mussulmane) non si hanno piu' notizie e dopo quasi 9 giorni, neanche speranze di ritrovarle vive. E' stato un grande dolore per tutti noi.

Ci sono stati anche dei miracoli: Merina, del villaggio di Dostompur, e' stata estratta dalle macerie dopo tre giorni,  illesa; Monica e' stata trovata in un ospedale con i piedi rotti; Christina era ammalata e non e' andata a lavorare quel giorno; Clementina era troppo piccola di statura e non l'hanno presa a lavorare, perche' ci sono dei controlli sui bambini-lavoratori...
 
C'erano piu' di tremila persone nel palazzo crollato (qualcuno dice 6 mila): piu' di 2 mila sono state salvate; piu' di quattrocento corpi sono stati estratti dalle macerie; gli altri sono dichiarati dispersi. Ma i numeri sono solo indicativi e le cifre esatte non si sapranno forse mai.
In tutta la zona intorno alla capitale Dhaka, per un raggio di 50 Km, sono cresciute in questi ultimi anni, centinaia di fabbriche tessili, provocando un esodo dai villaggi del Nord e rendendo la zona capitale sempre piu' affollata e le strade impossibili da percorrere, in un traffico continuo, notte e giorno. Al Nord le fabbriche non sono venute a causa delle difficolta' dei trasporti.

Cosi' gia' da qualche anno in questa zona e' stata aperta anche una nuova Missione, dedicata a "Gesu' lavoratore" , con la presenza dei padri e delle suore, per l'accoglienza e l'assistenza di questi giovani emigranti che, lasciati i villaggi, si recano per la prima volta nella citta' in cerca di lavoro.


Articolo di "Asia News" di Dhaka del 26 Aprile 2013

Il palazzo del Rana Plaza, edificio di otto piani a Savar, 30 chilometri da Dhaka (Bangladesh), è collassato su se stesso il 24 aprile. Finora i soccorritori hanno estratto dalle macerie 2.348 persone: 304 sono morte e 2.044 ferite, ma vive. Solo oggi 74 persone sono state tirate fuori, ma vi sono ancora 372 dispersi. Tra questi anche quattro ragazze che avevano studiato alla Novara Technical School, la scuola tecnica fondata a Dinajpur dai missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime).
Il Rana Plaza ospitava cinque fabbriche tessili - fornitori per grandi catene di abbigliamento come l'inglese
Primark , un centro commerciale e una filiale bancaria della Bangladesh Rural Advancement Committee (Brac), una delle ONG più grandi al mondo, attiva in circa 70 mila villaggi del Paese con progetti di sviluppo agricolo, microcredito, scuole, ospedali e difesa dei diritti umani.

Il 23 aprile, un giorno prima del crollo, alcuni ispettori avevano dichiarato il palazzo inagibile e pericolante, con profonde crepe ben visibili in tutti i muri. La struttura infatti è stata costruita in maniera illegale da un giovane imprenditore su uno stagno prosciugato in modo artificiale.

Proprio il Brac è l'unica società a non aver registrato vittime: sapendo dell'inagibilità ha avvisato dipendenti e clienti di non andare a lavoro, e il 24 aprile è rimasta chiusa.

Tutti gli altri proprietari hanno invece costretto il proprio personale, per lo più ragazzi e ragazze, minacciando:  "Se non venite, non vi pago gli arretrati";   "Se manchi un giorno, te ne tolgo due dalla paga".


Intanto, la polizia ha arrestato Mohammed Sohel Rana, proprietario del palazzo, che è accusato di negligenza, abuso edilizio e minacce contro i lavoratori del Rana Plaza. L'uomo, 30 anni, è un imprenditore rampante "cresciuto" nella sezione giovanile dell'Awami League (AL), il partito al governo. A 20 anni avvia una piccola attività di produzione d'olio, su un pezzetto di terra appartenente al padre, anch'egli arrestato ieri. Grazie ai propri contatti con l'AL - che nella zona è molto potente - riesce a comprare il terreno a fianco: uno stagno prosciugato in fretta e furia, su cui ha fatto edificare il Rana Plaza, e per il quale il permesso di costruzione parlava di un edificio di cinque piani, a cui l'uomo ha aggiunto in modo illegale altri tre piani.

Due aziende occidentali risarciranno le famiglie delle 385 vittime del Rana Plaza, il palazzo di otto piani crollato. Si tratta di Primark, noto rivenditore di vestiti low-cost in Irlanda e Regno Unito, e di Loblaw, la più grande catena di supermercati del Canada, che nell'edificio collassato il 24 aprile scorso realizzava i prodotti per Joe Fresh, la propria linea di abbigliamento.

 
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