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Viaggio in Bangladesh sospeso

Attività anno 2015



riceviamo e pubblichiamo


violenze politiche  

Da:  Martinelli Quirico (martinelli.quirico@pime.org)  
      03 feb 2015 -  17:24  

A:  "Tutti gli amici"<padrequirico@yahoo.it>  


03/02/2015

Bangladesh, le violenze politiche mettono
a rischio la sopravvivenza della popolazione
di Sumon Corraya
- AsiaNews





Un nuovo attentato incendiario ha provocato sette morti e 16 ustionati gravi. Il blocco totale della circolazione voluto dall'opposizione è "mantenuto" da continui attacchi. L'obiettivo è far cadere il governo. I danni materiali più ingenti delle vittime: salgono i prezzi; le materie prime, non consegnate, deperiscono; le persone comuni perdono il lavoro.

Dhaka (AsiaNews) - Non si fermano le violenze di matrice politica in Bangladesh e per la popolazione le condizioni di vita continuano a peggiorare. L'ultimo episodio risale a questa mattina, quando un gruppo di persone ha lanciato bombe molotov contro un bus notturno nell'area di Jogmohonpur (distretto di Comilla). Sette persone sono morte bruciate vive, mentre altre 16 sono rimaste ustionate in modo grave. Tra queste, cinque sono in condizioni critiche.

Monir Hossain, assistente direttore dei vigili del fuoco di Comilla, racconta: "L'attacco contro il bus notturno che percorre l'autostrada Dhaka-Chittagong è avvenuto intorno alle 3:30 del mattino. Sette persone sono morte sul posto. I 16 feriti sono stati trasportati d'urgenza al Comilla Medical College and Hospital e al Chouddagram Upazila Health Complex".

Dal 5 gennaio scorso è in atto un blocco totale del traffico su scala nazionale, proclamato a oltranza dai partiti dell'opposizione. Obiettivo della coalizione - guidata dal Bangladesh Nationalist Party (Bnp, nazionalista) e dal Jamaat-e-Islam (fondamentalista islamico) - è far cadere il governo targato Awami League e andare a nuove elezioni.

Da parte sua, l'esecutivo del Primo ministro Sheikh Hasina tiene la leader del Bnp Khaleda Zia - de facto - agli arresti domiciliari, con "la scusa" di proteggerla da possibili minacce alla sua vita.

Per favorire l'adesione al blocco, l'opposizione di tanto in tanto avalla attentati incendiari come quello di oggi, che causano morti e feriti. A oggi circa 50 persone hanno perso la vita e oltre 350 sono rimaste ferite. Tuttavia, i danni materiali sono quelli che rendono la vita della popolazione davvero difficile. A causa del blocco totale, il transito di beni e prodotti subisce pesanti ritardi, causando il deperimento di molte materie prime. Contadini e allevatori non riescono a vendere e i prezzi sono saliti alle stelle.

Gli studenti non possono andare a scuola, né al college. Molti imprenditori hanno perso il lavoro.

P. Joyanto S. Gomes, direttore del Christian Communication Center, spiega ad AsiaNews: "È molto grave tentare di andare al potere uccidendo e bruciando persone innocenti. Non è democrazia quella che colpisce l'istruzione e l'economia. Dovremmo imparare dagli altri come fare del bene per la popolazione".

Il sacerdote, che è anche segretario della Commissione episcopale per le Comunicazioni sociali, sottolinea: "Credo davvero che i leader possano raggiungere i loro obiettivi lavorando bene, piuttosto che usando la violenza. Se l'opposizione facesse delle critiche costruttive al governo, proponendo politiche di welfare efficaci, potrebbe andare al potere con facilità".

p.s. qui sotto ci sono le immagini del quinto treno fatto deragliare dagli oppositori del governo ieri notte.


                                 



Sospeso il viaggio in Bangladesh previsto dal 29 Gennaio al 9 Febbraio: è scoppiata la guerra civile

La notizia dolorosa della necessità di annullare il nostro viaggio in Bangladesh. programmato proprio per questo periodo, ci è giunta improvvisa, attraverso la telefonata del Superiore Regionale Asiatico del PIME, padre Franco Cagnasso. Per noi si tratta già della seconda rinuncia in due anni!
Purtroppo nei giorni scorsi (sabato 24 gennaio nel pomeriggio) la situazione socio-politica del paese si è deteriorata fino a far piombare il Bangladesh in una guerra civile che sta insanguinando tutto il territorio. Va detto che già a partire dal 5 Gennaio 2015, giorno dell'anniversario delle elezioni politiche dello scorso anno, alle quali l'opposizione era stata forzatamente esclusa, si erano verificate alcune tensioni e scioperi della circolazione lungo le principali arterie stradali, ma nulla lasciava presagire un epilogo così drammatico.
Da più di un anno si è radicalizato il duro conflitto interno tra il Primo Ministro donna (Sheikh hasina) e il capo del partito di opposizione (anche lei donna: Khaleda Zia) alla quale in questa settimana è pure stato ucciso il figlio, che risiedeva all'estero, perchè da mesi minacciato di morte.
Tutto questo ha fatto precipitare la situazione e decine di persone sono state uccise nelle strade della capitale.
Purtroppo le agenzie di informazione televisive e del web sono tutte praticamente mute sulla situazione del paese! Ci si rende chiaramente conto infatti che questo paese, che non ha peso economico strategico a livello internazionale, viene normalmente snobbato anche dai circuiti informativi tradizionali!
Con rammarico la Parrocchia di Varallo rinuncia per il momento a questo importante viaggio al quale avevano aderito 17 persone, me compreso.
Vorrei esprimere qui tutta la nostra amarezza e la nostra vicinanza fraterna a tutti i cari amici bengalesi che ci attendevano a braccia aperte a Dhaka e a Dinajpur per festeggiare insieme i 50 anni di gemellaggio con la nostra Parrocchia di Varallo.
Siamo vicini a tutte le famiglie colpite dalla guerra civile che ha provocato numerosi lutti.

                                                                                           il Parroco di Varallo
                                                                                          don Roberto Collarini

P.S. Come Presidente del Gruppo Bangladesh, anch'io partecipante al viaggio, mi unisco alle parole di don Roberto nell'esprimere un forte dispiacere per quanto sta accadendo in Bangladesh, confidando che la situazione possa presto normalizzarsi.
                                                                   
                                                                                             Brunetti Giorgio


 
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